Il Parco Nazionale della Maiella tra storia e leggenda

L’Abruzzo è una terra di contrasti. Si passa dal verde delle sue riserve naturali al verde/blu del mare, dalle pareti rocciose delle vette ai borghi nascosti tra la natura rigogliosa. Uno scrigno di tesori spesso dimenticato o relegato in fondo alla lista delle mete più ambite. Eppure, questa regione è capace di offrire una innumerevole gamma di occasioni per vivere appieno la bellezza della sua natura incontaminata.
Uno dei gioielli più preziosi che questo territorio custodisce è il Parco Nazionale della Maiella. Un’oasi naturale con vista mare che accoglie tra le sue ampie braccia un territorio tutto da esplorare e da apprezzare in tutte le sue innumerevoli vesti. Per chi ama immergersi in paesaggi mozzafiato e isolarsi dal rumore incessante della civiltà, questo è il luogo ideale per rinfrancare lo spirito e il corpo.
Dove si trova

Situato tra le province di Chieti, L’Aquila e Pescara, il Parco Nazionale della Maiella è uno dei 3 parchi nazionali d’Abruzzo. Il suo territorio si estende per circa 63000 ha attorno al grande massiccio della Maiella, alle montagne del Morrone, ai Monti Pizzi fino agli altipiani dell’Abruzzo e alla sua cima più elevata del Monte Amaro a 2.793 m.s.l.m.
Al suo interno sono ricomprese anche 11 riserve naturali istituite nel corso del XX secolo e poi inglobate nel parco nazionale.
Nel parco ci sono anche 5 stazioni sciistiche, distribuite sui diversi versanti della Maiella, tra cui Passolanciano-Maielletta, Passo San Leonardo, Campo di Giove.
Flora e Fauna

Qui troviamo ben 2.100 specie vegetali che rappresentano circa il 37% di quelle presenti in tutto il territorio nazionale, alcune delle quali endemiche come ad esempio il fiordaliso della Maiella e la soldanella del calcare.
Per quanto riguarda la fauna, all’interno del parco si trovano alcuni esemplari di orso marsicano, una nutrita popolazione di camosci appenninici, alcuni branchi di lupi appenninici, e molti capi di cervi e caprioli, oltre a tantissime specie di anfibi, rettili, e uccelli.
Il Geoparco

Il parco fa anche parte del programma Unesco Gloal Geopark dal 2021. Una rete di 229 parchi distribuiti in 50 nazioni gestiti sotto la protezione dell’UNESCO secondo un concetto olistico di protezione, educazione e sviluppo sostenibile.
In particolare, il Parco Nazionale della Maiella custodisce 95 geositi, che da milioni di anni continuano a custodire moltissime specie vegetali rare o endemiche.

Il Parco Nazionale della Maiella di caratterizza non solo per la grande biodiversità che custodisce tra le sue imponenti cime, le affascinanti valli e le acque limpide dei suoi torrenti, ricche di fauna e flora autoctone, ma anche per i tanti piccoli borghi e gli antichi eremi che ne fanno un territorio unico, la cui storia si perde a ritroso nel corso dei millenni a partire dall’era paloelitica.
Infatti, risalgono a circa 800.000 mila anni fa le tracce dei cacciatori e raccoglitori che popolavano la zona e da essa traevano le risorse per la loro sopravvivenza.
Vediamo alcune curiosità e alcune delle tante cose da fare in questo parco meraviglioso.
La leggenda del suo nome

La lunga storia legata a questo territorio ci riporta indietro nel tempo e precisamente ai miti dell’antica grecia.
Infatti, secondo la leggenda, la Maiella deve il suo nome a Maia, Dea della fertilità e della natura che si risveglia in primavera, nonché madre del Dio Hermes, messaggero degli dei e protettore dei viandanti, avuto da Zeus.
La leggenda narra che durante le guerre insorte nell’antica Frigia, Maia e Hermes fuggirono per poi naufragare sulle coste ora abruzzesi. Il figlio morì proprio a causa della tempesta che determinò il naufragio e fu sepolto alle pendici del Gran Sasso, che non a caso è chiamato il “gigante che dorme”.
Maia, distrutta dal dolore, iniziò a vagare tra i monti. Ma la sofferenza di aver perso l’amato figlio era troppo lancinante. Morì di crepa cuore e venne sepolta nella montagna di fronte al Gran Sasso per farla stare vicino al figlio. Da quel momento, quel monte venne dedicato alla Dea e prese in nome di Maiella in suo onore.
Cosa fare nel Parco Nazionale della Maiella

Il parco si presenta prevalentemente montuoso con grandi boschi di latifoglie, ma è anche ricco di testimonianze storiche e architettoniche. Ci sono innumerevoli percorsi da fare a piedi e in bici, adatti a tutte le esigenze. Vediamo insieme alcuni dei tanti esistenti.
Anello della Pietra Cernaia sui Monti Pizzi

Situato sulla parte orientale del parco, questo percorso ad anello parte dalla frazione di Pietransieri vicino Roccaraso e si snoda tra boschi e terrapieni rocciosi, ripercorrendo il sentiero della famosa Linea Gustav. Ovvero, quella liena fortificata difensiva creata da Hitler nel 1943 e che divideva l’Italia in due partendo dalla foce del fiume Garigliano nel basso Lazio per arrivare ad Ortona in provincia di Pescara.
Questo itinerario raggiunge i 1.785 m di altitudine alla Pietra Cernaia, dove una parete rocciosa e un laghetto fanno da cornice ad un territorio maestoso e suggestivo. Si scende poi verso la zona del Colle delle Vacche dove si possono ammirare i ruderi dell’antico Castello di Carceri.
L’intero percorso è lungo 13 km e presenta un dislivello di 550 m con tempi di percorrenza di circa 4-5 ore. Per questo richiede una discreta preparazione fisica
Il Sentiero dell’Orso

Per chi è curioso di scoprire l’habitat naturale dell’orso marsicano, all’interno del Parco Nazionale della Maiella è stato creato un percorso tematico con 6 totem parlanti installati in altrettante zone di sosta che forniscono tutte le informazioni relative alla vita, alle abitudini,e alle caratteristiche di questo fantastico animale.
Il Sentiero dell’Orso si snoda per 4 km tra boschi e radure a Campo di Giovein provincia di L’Aquila. Il percorso ad anello si sviluppa tra i 1.000 e i 1.200 m.s.l.m. ed è arricchito di simboli che lo rendono facilmente identificabile e fruibile.
E’ adatto a tutta la famiglia o a chi vuole semplicemente risalassarsi senza fare particolari sforzi. Per i più piccini sono previste iniziative molto divertenti come la caccia alle tracce dell’orso e giochi a quiz.
Altri sentieri

All’interno del Parco Nazionale della Maiella ci sono numerosi sentieri e percorsi tracciati e segnalati per oltre 1.200 km. Dai sentieri escursionistici, ai percorsi di mountainbike, dai percorsi di sci di fondo escursionistico ai sentieri pensati per le famiglie e le persone diversamente abili.
Non c’è che l’imbarazzo della scelta per passare del tempo di qualità all’interno di uno degli angoli più affascinanti dell’Abruzzo.
Tra i tanti altri sentieri , ce ne sono alcuni davvero interessanti:
- Il Sentiero delle Capanne in pietra che consente di scoprire le antiche costruzioni prettamente facenti parte della tradizione agricola e pastorale stanziata nella zona, con i loro muri a secco e i paesaggi suggestivi che li accolgono ancora oggi sebbene ormai abbandonati da decenni. Il percorso di snoda nei territori di diversi Comuni in provincia di Pescara tra cui Abbateggio, Roccamorice e Serramoresca.
- il Sentiero dello Spirito attraverso il quale si possono ammirare alcuni dei tanti luoghi di culto, eremi, abazzie e vecchie chiese sparse all’interno del parco. Parte da Sulmona (AQ) e arriva a Roccamoresca (PE), con un percorso suggestivo che consente di fare un vero e proprio viaggio nel tempo immersi nel paesaggio rupestre.
- il Sentiero delle Scalelle si snoda lungo il percorso del fiume Orfento, all’interno della Riserva Naturale della Valle dell’Orfento (PE). Il percorso attraversa paesaggi suggestivi e fiabeschi in cui la forza dell’acqua ha modellato rocce, pareti rocciose, grotte, e cascate.
Cosa vedere nel Parco Nazionale della Maiella

Per chi ama soltanto camminare e ammirare lo spettacolo che offre questa natura rigogliosa, all’interno del parco può trovare distuibuiti sui diversi versanti e catene montuose, alcuni boschi davvero unici nel loro genere.
Vediamone alcuni molto particolari.
Il bosco di Lama Bianca

Questo bosco di faggete è situato in una zona rocciosa e scoscesa ed è caratterizzato dal colore chiaro delle sue rocce tipiche della Maiella.
La sua vetta più elevata è quella del Monte Amaro a 2.793 m.s.l.m. che si raggiunge attraverso dei canaloni rocciosi. Man mano che si sale, passati i 2.000 m si estendono pascoli e campi che nella stagione estiva si arricchiscono dello spettacolo della fioritura multicolore caratteristica della zona. Tra i tanti fiori si possono ammirare la stella alpina appenninica, la viola della Maiella e la pulsatilla alpina.
Vicino alla vetta, distese di pino mugo fanno da cornice a un panorama mozzafiato.
Questo bosco è perfettamente fruibile da tutti con sentieri appositamente tracciati e accessibili anche con le sedie a rotelle o i passeggini per bambini.
Il Bosco di Sant’Antonio

Situato in località La Difesa, vicino Pescocostanzo (AQ), questo bosco era anticamente una foresta sacra dedicata Giove. Nel medioevo, durante la vasta opera di cattolicizzazione dei culti e degli Dei pagani, venne trasformato in un luogo naturale dedicato al culto di Sant’Antonio.
Al suo interno vivono numerose specie di florarare ed endemiche come l’Orchidea Epipactis Purpurata, gli arbusti di ribes uva spina, e alberi monumentali – tra cui aceri, faggi, cerri – con 6 m. di circonferenza. Caratteristico di questo bosco è il raro picchio dorso bianco.
La Valle dell’Orfento

A Caramanico Terme, in provincia di Pescara, c’è un luogo che sembra uscito da una favola. Caratteristica della Valle dell’Orfento, che la distingue da tutti gli altri territori del Parco Nazionale della Maiella, è la presenza di numerosi corsi d’acqua. Grazie a questa peculiarità, in questo ambiente nascono e vivono numerose specie vegetali e animali.
Tra le specie faunistiche troviamo comunità di cervi e caprioli, la lontra europea e il falco pellegrino.
Le piante più caratteristiche e rare sono la Pinguicola Fiorii, una piccola e famelica pianta carnivora che si insedia tra le crepe delle pareti rocciose, e la bellissima stella alpina apenninica sulle quote oltre i 2.000 di altidudine.
Alla scoperta del lupo appenninico

Nel Comune di Popoli (PE) esiste un luogo incantato in cui poter vivere un’avventura molto speciale. Un incontro ravvicinato con il lupo appenninico. E’ il Centro Visita del Lupo nel quale sono ospitati numerosi esemplari selvatici di questo fantastico animale, che hanno riportato ferite o che comunque hanno bisogno di cure.
All’interno del Parco si possono fare delle visite guidate e percorsi didattici adatti a tutta la famiglia in compagnia di guide esperte e su sentieri comodi e accessibili anche ai passeggini. Una bellissima opportunità per conoscere da vicino questo spendido animale caratteristico della zona.
3 piccoli borghi da visitare assolutamente

L’Abruzzo, e in particolare il Parco Nazionale della Maiella, non sono soltanto custodi di bellezze naturali e paesaggi suggestivi. All’interno di queso ambiente così particolare e variegato ci sono anche delle piccole perle nascoste: gli antichi borghi montanari tra i più belli d’Italia.
Al loro interno si trovano numerosi castelli, cattedrali, abbazie, eremi, musei, siti archeologici e tante altre costruzioni di grande valore storico e culturale.
Vediamo alcuni dei più caratteristici.
Pacentro

Uno dei borghi più belli nonché nominato tra i più belli d’Italia, Pacentro affonda le sue radici storiche nell’VIII secolo d.c.. Nel corso dei secoli è stato teatro di invasioni normanne, saracene, angione e aragonesi che gli hanno conferito un aspetto architettonico variegato e ricco di testimonianze storiche.
Il Castello Caldora è forse uno dei simboli di Pacentro, attorno al quale si è sviluppato l’intero paesino. Costruito dai Normanni nell’XI secolo, come roccaforte della Valle Peligna proprio sulla sommità della cima che ospita il borgo, ha subito numerosi danneggiamenti e conseguenti restauri.
Caratteristica la sua forma a pianta quadrata, la cinta muraria a base trapezoidale e le due torri a guardia del ponte levatoio che si vedono anche a grande distanza.
Tra i più pregiati esempi di architettura religiosa, possiamo citare la Chiesa di Santa Maria Maggiore in Piazza del Popolo, risalente al XIII secolo. Ha una imponente facciata in pietra e un campanile a cuspide. Il suo interno è finemente decorato da stucchi raffiguranti scene della vita della Madonna ad opera di Attilio De Chellis.
Pescocostanzo

Situato a 1.395 m di altitudine alle pendici del Monte Calvario, Pescocostanzo è un piccolo borgo in provincia di L’Aquila.
Le sue origini risalgono al X secolo e la sua conformazione è cambiata molto nel corso del tempo. Specialmente a seguito del terremoto che nel 1456 che devastò la regione. La sua ricostruzione venne affidata a una serie di maestranze provenienti dai territori lombardi. Questa invasione pacifica e proficua determinò anche l’importazione delle usanze della cultura di questi nuovi abitanti e ancora oggi se ne sentono gli echi. Infatti, a distanza tanti secoli, nella Basilica di Santa Maria del Colle si celebrano ancora cerimonie eseguite con il rito ambrosiano.
Questa Basilica è il monumento che maggiormente rappresenta il piccolo borgo. Vi si accede attraverso una bellissima scalinata alla fine della quale si trova il portale in legno del 1558 sormontato da un ampio rosone centrale.
Al suo interno vi sono numerose opere d’arte tra cui le decorazioni dorate e affrescate del soffitto, il battistero e il pulpito, e il Cappellone del Santissimo Sacramento decorata dai dipinti di Giambattista Gamba rappresentanti il tema della “gloria nel paradiso”.
Pescocostanzo è rinomato per i suoi artigiani poliedrici. Queste antiche arti spaziano dalla tessitura di tappedi e arazzi, al merletto, al tombolo, all’arte orafa e al ferro battuto.
Corfinio

Nel cuore della Valle Peligna, sulle rovine dell’antica Corfinium, sorge la prima capitale d’Italia. Il borgo di Corfinio si trova in provincia di L’Aquila e la sua storia si perde nei millenni. Siamo nell’XI-X^ secolo a.c. e il valoroso popolo dei Peligni diede vita a questa cittadina nei pressi del fiume Aterno.
La città, risorta in età longobarda con il nome Valva, fu poi definitivamente distrutta dalle incursioni di Saraceni e Ungari.
Ricostruito in epoca medievale, venne distrutto dal terremoto del 1706 e poi ricostruito di nuovo.
Soltanto nel 1928 assunse il nome di Corfinio in omaggio dell’antica cittadella da cui è stato originato.
I numerosi siti archeologici testimoniano la grandezza e l’importanza di questo centro che venne poi inglobato nell’Impero Romano a partire dal III^ secolo a.c.
Monumenti funerari, i cd. Murgini, l’acquedotto delle Vuccole, l’area archeologica Don Nicola Colella e il Museo Civico Archeologico Antonio De Nino, custodiscono tesori millenari sopravvissuti alla storia intensa che ha caraterizzato queste zone dell’entroterra.
Una delle costruzioni architettoniche che caratterizzano questo piccolo borgo è senz’altro la Concattedrale di San Pelino. Un’imponente basilica costruita nel XII^ secolo sulla tomba di San Pelino, vescovo di Brindisi martirizzato nel 662 d.c., che a sua volta era stato sepolto in un’area dove sorgeva un cimitero paleocristiano.
Come raggiungere il Parco della Maiella
Qui sotto trovi la mappa di tutti i luoghi descritti nell’articolo e le indicazioni esatte per raggiungerli.
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